1) Comprendere il Potenziale
Le prime 2 azioni per comprendere il trust di un sito è quello di utilizzare 3 strumenti, noi ci siamo avvalsi di:
• Google Search Console (il tool migliore tra tutti quelli in circolazione)
• SEMRush
• Ahrefs
Google Search Console ci ha offerto una panoramica dei click e delle impression reali per ogni keyword, ci siamo accorti che molte keyword super competitive si posizionavano in 2° o 3° pagina su pagine dell’ecommerce non attinenti, questo significa che per Google il nostro sito era così rilevanti che nonostante non trovasse pagine pertinenti aveva comunque deciso di posizionarsi nella TOP 20 o TOP 30.
SEMRush ci ha indicato le vanity keyword che lato SEO sono totalmente inutili, ma se Google ci sta posizionando per quelle keyword significa che siamo rilevanti su quel settore, un esempio pratico: se siamo posizionati nella TOP 10 con la parola “elettrodomestici” che secondo alcuni tool ha un volume mensile di circa 40.000, vuol dire che per Google siamo rilevanti per quel cluster, questo significa che se andassimo a creare un’architettura pulita provando a presidiare le code lunghe, probabilmente ci posizioneremmo su keyword più strategiche con maggior probabilità di conversione.
Mentre la parola elettrodomestici è super generica e non veicola quasi mai del traffico, tutte le parole che ci ruotano intorno possono farlo eccome ed è proprio da qui che siamo partiti, una volta aver compreso il potenziale organico nel nostro sito e del nostro brand, ci siamo messi a lavoro per ottimizzare pochi e semplice elementi che sapevamo ci avrebbero portati grandi risultati!
Ahrefs, questo strumento ci ha permesso di andare a valutare il “trust offsite” del sito e dei nostri competitor, abbiamo controllato se ci fossero delle lacune a livello di backlink ed anchor text, andando a recuperare anche eventuali backlink rotti, l’analisi ci ha dimostrato che avevamo un forte profilo backlink e nulla da invidiare a competitor che ottevano posizionamenti migliori rispetto ai nostri su keyword unbrand.